Il nuovo alcolista? E’ giovane. E donna. Adolescenti, casalinghe tristi, manager in carriera: la dipendenza si tinge di rosa.

stopsltd-ad-mast

pastedGraphic.png

Il nuovo alcolista? E’ giovane. E donna. Adolescenti, casalinghe tristi, manager in carriera: la dipendenza si tinge di rosa.

ROMA – Un sorso di whisky e una sigaretta, e poi un altro sorso e ancora una boccata, così via fino a che di bicchieri ne vanno giù un paio e nel posacenere si accumulano le cicche. Alcol e fumo, i nuovi nemici delle donne, di qualsiasi età. Si comincia da giovanissime perchè la sigaretta tra le labbra fa sentire più grandi e il superalcolico è di tendenza. Si continua nel lavoro, troppo grande lo stress da sopportare per stare al passo con gli uomini. Nemmeno la casa è un rifugio, quando torna vuota, i figli ormai lontani e il marito pure, diventa una prigione e l’alcol aiuta a sopportare. Giovanissime, casalinghe tristi, manager in carriera: sono loro le donne deboli, quelle più dipendenti da alcol, come è emerso dall’Alcohol Prevention day 2005, e anche dal fumo. E lo conferma anche l’Indagine Multiscopo dell’Istat 2002 effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità: parla di 10.299 alcoldipendenti donne, aumentate del 100% rispetto al 1996.

L’allarme riguarda in particolare le teen agers sempre più ”vittime” dell’alcol. L’aperitivo leggermente alcolico si prova sempre più presto, anche a 12 anni, poi si passa alla birretta e infine al liquore sorseggiato nelle discoteche e nei pub, in barba alla legge che vieta la somministrazione di alcol a chi ha meno di 16 anni. Negli ultimi anni, il consumo di alcolici fuori dai pasti tra le ragazzine è aumentato del 18%. A preoccupare è il fatto che le giovani tra i 18 e i 24 anni consumino soprattutto bevande ”forti”. A differenza dei maschi, tra le adolescenti si registra un più elevato numero delle amanti di superalcolici (56.182) rispetto agli amari (34.855). Si beve, a quell’età, per sentirsi «più sicuri e loquaci nel gruppo» (dice il 12%). O anche semplicemente perché lo fanno tutti gli altri, è di moda, fa sentire più trendy. Fatto sta che l’abitudine di tenere un bicchiere in mano ha contagiato sempre più ragazze (in quattro anni la percentuale è passata dal 35,7% al 41,6%). Si beve nei pub, nei bar, nelle discoteche, in tutti i locali per divertirsi, tirarsi su e non restare fuori dal gruppo.

Gli effetti di birra, vino e whisky non sono poi gli stessi per uomini e donne. Secondo lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità «nelle donne la quantità di alcol metabolizzato nello stomaco è quattro volte inferiore a quella dell’uomo. Quindi, a parità di quantità di alcol ingerito, le donne rispetto agli uomini subiscono in misura doppia gli effetti negativi dell’alcol».
Negli ultimi anni, infatti, la percentuale di ricoveri femminili per alcolismo è triplicata e la mortalità correlata all’abuso di alcol, in una fascia d’età compresa fra i 30 e i 34 anni, è oltre 3 volte superiore rispetto all’uomo.

«Fino a qualche tempo fa – spiegano all’associazione Alcolisti anonimi – erano soprattutto le casalinghe a rivolgersi ai nostri centri, perseguitate da un senso di inadeguatezza e solitudine. Si trattava di un alcolismo nascosto, consumato nell’ombra delle quattro mura domestiche. Oggi invece spuntano donne in carriera, in genere dai 34 anni in su, stressate dal peso di doversi dividere tra gli impegni in famiglia e le difficoltà sul lavoro».
Bevitrici e anche fumatrici. Mentre gli uomini sempre più numerosi smettono, le donne continuano, ignorando divieti e allarmi. Dal 1970 a oggi la percentuale delle donne fumatrici è passata dal 10 al 17%. Saranno loro in futuro a pagare il prezzo più alto: il numero degli uomini morti per colpa delle sigaretta è in calo (dai 67mila del 2000 ai 61mila), mentre quello delle donne in aumento (dalle 13mila del 2000 si passerà ai 16mila del 2010).

Fonte: Il Messaggero