Come allevare un figlio da sole

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Le mamme single non sono più un’eccezione. Impegnate a casa e sul lavoro, vivono un’esperienza molto particolare: non possono condividere con un compagno responsabilità e fatiche. Con l’aiuto degli esperti, ecco i consigli che rendono più leggero un compito così carico di responsabilità.

Le trappole da evitare

La paura 

Se sei una madre single, è comprensibile che tu possa attraversare momenti di grande sconforto: la tua vita è più complicata rispetto a quella della altre, perché a te viene chiesto un impegno doppio, che si aggiunge alla necessità di lavorare fuori casa. Ma puoi imparare ad affrontare le difficoltà con animo sereno. Per prima cosa, cerca di non isolarti. Coinvolgi altre persone nell’organizzazione della giornata e confida i tuoi dubbi agli amici. In questo modo potrai condividere il peso delle scelte che devi fare ogni giorno.

«Riuscire a confrontarsi con qualcuno allevia il peso delle responsabilità e permette uno scambio di idee costruttivo» spiega Raffaella Rampoldi, medico e consulente dell’associazione Genitori soli. «Non solo. La tensione psicologica cui si è sottoposte si allenta e così si evita un altro rischio possibile, quello di scaricare, ingiustamente, le proprie paure sui figli».

L’onnipotenza

È vero: nessuno conosce in modo tanto intimo e profondo tuo figlio. Ma, naturalmente, anche tu puoi commettere degli errori. Chi ti è vicino (nonni, parenti o amiche) può notare se qualcosa non va. Addirittura più chiaramente di te, proprio perché meno coinvolto. Se succede, accetta serenamente le eventuali osservazioni degli altri. E ricorda che una mamma chioccia, troppo sicura di sé, onnipresente e impermeabile alle critiche, rischia di non favorire l’autonomia e la serenità dei suoi figli. È uno dei consigli di Elisabeth Cope, mamma single di due figli e autrice di Genitori soli e forti (Tea edizioni, 8 euro, in libreria da ottobre). Il libro, attraverso decine di storie vere, raccoglie i problemi più ricorrenti e le soluzioni pratiche per non farsi sopraffare dal peso delle responsabilità.

 

Il senso di colpa

«È facile farsi prendere dai sensi di colpa verso un bambino che, rispetto ai coetanei, ci sembra svantaggiato» spiega Sergio De Martino, neuropsichiatra infantile. «E allora, per compensare il tempo che passa lontano da lui, spesso la mamma esagera con i regali: lo snack in più, la felpa firmata o le scarpe da tennis ultimo modello. È un’abitudine molto diffusa, che trasmette ai bambini un messaggio sbagliato: l’amore si misura in regali o, peggio ancora, in denaro. Al contrario, invece di compensare la propria assenza con gli oggetti, la mamma deve stare accanto ai figli». Cerca di ritagliarti dei momenti tranquilli da trascorrere con loro. Più spesso riuscirai a farlo, meglio starete tutti: i bambini, perché ti sentiranno vicina, ma anche tu, perché il senso di colpa diminuirà.

L’iperprotezione

Un altro rischio, dettato dal senso di colpa, è che tu ti metta a totale disposizione dei figli. Diventando una mamma iperprotettiva. «Se i bambini sono piccoli, si tende a esagerare nelle cure e nelle attenzioni. Fino a permettere loro di dormire nel lettone» dice Sergio De Martino, neuropsichiatra infantile. «Un errore perché, se accanto alla madre non c’è un uomo, i figli possono credere di avere diritto a un’unione esclusiva con lei. E trasformarsi in piccoli tiranni pieni di pretese. Con i figli più grandi, invece, la mamma iperprotettiva tende a fare i salti mortali pur di riuscire a essere sempre presente nei diversi momenti della loro vita. Anche a scuola, per esempio. L’intento è di per sé positivo. I problemi nascono se la madre chiede che gli insegnanti adottino un trattamento particolare per i suoi figli. Così mette i bambini nella condizione di sentirsi diversi dai compagni e questo non è vero. La loro situazione è sì particolare, ma i figli di una famiglia monoparentale non hanno bisogno di aiuti particolari: sono come tutti gli altri studenti e possono fare come e meglio di loro».

Le alleanze da cercare

Gli amici

Trascorrere con altre famiglie momenti di svago e di gioia, come le vacanze, è importante per tutti. Nel tuo caso, queste occasioni diventano ancora più significative, perché avrai degli esempi pratici di come gli altri affrontano temi o momenti delicati con i figli. Non limitarti, quindi, a frequentare solo altre mamme single. «Rinchiudersi nel proprio mondo è un errore, perché così diventa difficile confrontarsi sui temi dell’educazione e della crescita dei ragazzi» spiega Cristina Realini dell’associazione Il melograno. «In più, i rapporti con le altre famiglie costituiscono un’utile rete di sostegno nel caso si presentino delle emergenze. E permette di fare tesoro di esempi a cui fare riferimento, in modo da affrontare i problemi di tutti i giorni nella prospettiva giusta». Anche i bambini hanno bisogno di vedere situazioni differenti, per capire che ci sono tanti modi di vivere assieme, tutti degni di rispetto e di considerazione. Non avere paura del rapporto con le famiglie più tradizionali: anche loro attraversano momenti di crisi e incontrano difficoltà nell’allevare i figli. Confidati serenamente, se ne hai voglia, e scoprirai di essere meno sola di quanto credi.

La baby sitter

Non entrare in competizione con lei.Se i tuoi figli si attaccano alla tata, non ingelosirti. I bambini sono in grado di distinguere tra lei e la loro mamma, soltanto noi adulti rischiamo di fare qualche confusione. Sii contenta se i tuoi figli le dimostrano un attaccamento sincero. Altrettanto positivo è il fatto che la baby sitter dimostri affetto autentico nei confronti dei piccoli. Non lasciarti prendere da ansie e paure: il tuo posto, comunque, è sempre il più importante nel loro cuore. Se ti capita di avvertire i morsi della gelosia quando tuo figlio abbraccia la tata, allora devi interrogarti sui motivi della tua insicurezza. Forse è solo un ennesimo aspetto del senso di colpa che fa soffrire tutte le mamme costrette ad affidare ad altri i propri figli.

Di Luciana Giruzzi

Fonte: donnamoderna.com/famiglia/dossier