Depressione: i rischi delle casalinghe. Una su due colpita dal “male oscuro”

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RISCHIO depressione per una casalinga su due. La routine, i mariti che pensano solo a se stessi e al loro lavoro, una società che tende a ‘ridicolizzarle’ e ad escluderle sempre piu’, fanno scattare l’allarme. E, per la precisione, il 45 per cento delle donne che “lavora tra le mura domestiche” correrebbe un reale rischio di depressione. E’ quanto emerge da uno studio della rivista Riza Psicosomatica, condotto su un campione di 984 italiani dai 18 a i 67 anni (49 per cento uomini e 51 per cento donne). Ed ecco l’identikit della “depressa tipo” allora: casalinga, coniugata, con un’età di circa quarantacinque anni, senza distinzioni di origini geografiche. Tra le donne colpite dal “male oscuro” una su tre (33 per cento), infatti, ha tra i 45 e i 55 anni. Il 29 per cento ha più di 54 anni, mentre il 20 per cento ha tra i 35 e i 44 anni. Si salvano le giovani: solo il 6 per cento delle donne a rischio ha tra i 18 e i 24 anni.
E le conseguenze? ”Un aspetto fisico che peggiora giorno per giorno, chili in più che si accumulano, stanchezza cronica e una costante autocommiserazione”, rivela il sondaggio. Una casalinga su cinque (21 per cento), infatti, ricorre agli psicofarmaci per tentare di star meglio. ”Ma la situazione, il più delle volte, peggiora”. Ben il 38 per cento tenta di trovare un sollievo nel cibo: abbuffandosi tutto il giorno. Un’intervistata su quattro (23 per cento) inizia a non apprezzarsi piu’ e si trascura: non si preoccupa del proprio aspetto fisico, si trucca poco e veste male. Il 14 per cento e’ ”presa dall’autocommiserazione e non fa altro che compiangersi”.
E se il 12 per cento reagisce con l’apatia e non si interessa ne’ si emoziona per nulla, il 9 per cento e’ colto da stanchezza cronica e si rinchiude in casa, rifiutando qualsiasi contatto con l’esterno”, precisano i numeri dell’indagine.

L’interruttore della depressione e’ la famiglia, almeno per il 47 per cento delle intervistate. E a far scattare la malattia sono prima di tutto i mariti: nessuna gratifica per le mogli che rimangono a casa. Ma non solo.
Se il 21 per cento delle casalinghe si lamenta del partner, anche i figli hanno le loro responsabilità. Per non parlare di un 10 per cento che ‘soffre’ frequentando amiche che lavorano. Il 6 per cento, poi, si trova a disagio per un’esistenza quotidiana povera di novità e di interesse.
Anche la quotidianità miete le sue vittime: per una casalinga su tre (37 per cento) il ritorno alla vita normale, dopo le ferie, è il principale motivo di malessere.
E se la routine ha le sue responsabilità, che dire delle liti con il partner (affliggono il 26 per cento del campione), e delle “battute fuori luogo” che infastidiscono il 20 per cento delle donne. Poco importa invece se ci sono pochi soldi: la mancanza di denaro preoccupa solo il 13 per cento delle casalinghe.

Fonte: il Ministero della Salute