Pensare “negativo” fa male alla memoria

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Le persone depresse, ansiose o che si stressano facilmente, possono andare incontro, con il tempo, a disturbi cognitivi

«Mi arrabbio per come la gente mi tratta» oppure «Mi sento spesso teso e nervoso». Chi di solito sperimenta queste sensazioni dovrebbe cominciare a preoccuparsi: con il tempo potrebbe andare incontro a problemi di memoria e a disturbi cognitivi. Non a un’Alzheimer vera e propria, ma a qualcosa che sta a metà fra una situazione normale di invecchiamento del cervello e la demenza senile. A dirlo è uno studio appena pubblicato sulla rivista Neurology, il giornale dell’Accademia americana di Neurologia che ha dimostrato come le persone che si stressano facilmente e sono tendenzialmente depresse o ansiose, hanno il 40 per cento in più di probabilità, rispetto ai tipi tranquilli e rilassati, di andare incontro a deficit cognitivi.

LO STRESS (situazioni psicologicamente stressanti )  – I ricercatori della Rush University di Chicago hanno analizzato i risultati di due studi, il Religious Orders Study e il Memory and Aging Project che hanno seguito per dodici anni più di 1.200 persone valutando la loro propensione a «pensare negativo» attraverso dei questionari. E hanno osservato che 482 fra queste hanno manifestato una serie di disturbi cognitivi di media gravità, anche se non particolarmente invalidanti. «Le persone reagiscono diversamente di fronte a esperienze negative e agli stress psicologici – ha commentato Robert Wilson, uno degli autori dello studio – e il modo con cui reagiscono tende a rimanere uguale nel corso della vita».

AREE DEL CERVELLO – Come mai lo stress cronico provoca a lungo andare i disturbi descritti? Secondo gli autori il perché sta nel fatto che l’area del cervello che controlla la risposta allo stress è la stessa che regola anche la memoria: un superlavoro di fronte allo stress finisce per compromettere le funzioni cognitive. Secondo Wilson la propensione allo stress è un fattore di rischio per i problemi di memoria e non un segno precoce del disturbo. Infatti, mentre il livello di stress non aumenta con l’invecchiamento, le alterazioni cerebrali legate ai problemi di memoria e al morbo di Alzheimer aumentano proprio con l’età.

Adriana Bazzi